sacheggio

Oggi in questo post vi voglio parlare di un argomento che ogni anno si fa presente in questo periodo, e per un arco di tempo piuttosto lungo: il saccheggio. Può manifestarsi in maniera violenta, dal forte ronzio per la moltitudine di api a lottare sul predellino, ma anche in forma latente, dove ci vuole molta attenzione per accorgersi del furto in atto poiché il va e vieni delle api in questo caso è del tutto normale ad un occhio non esperto. Le cause sono molteplici come vengono descritte bene dalla letteratura ufficiale. Io voglio parlare di ciò che è capitato a me, e in che modo proprio in questi giorni ho perso una famiglia. La settimana scorsa ho iniziato il lavoro del trattamento acaricida; la temperatura si aggirava sui 30°C - la settimana attuale sui 38°C - le fioriture erano e sono al lumino, le giornate siccitose e afose, le api nervose. Il primo intervento è stato il lavoro di togliere il melario spazzolando i telaini, nella maggior parte dei casi più vuoti che pieni, fare una visita veloce limitata ai primi telai della famiglia per verificare scorte e covata, concludendo con lo sgocciolamento dell’apibioxal. Dato che le sorprese non mancano mai, ho anche trovato una famiglia fucaiola. Ho cominciato il lavoro al mattino presto proseguendo fino a mezzogiorno per la premura di finire un numero minimo di famiglie, nel consueto turbinio ronzante delle api e una bella e abbondante sauna. Posso dire di aver sbagliato di lavorare nelle ore calde di punta: me ne sono reso conto al pomeriggio, dove con un controllo visivo generale ho notato che in un paio di famiglie il turbinio non era ancora finito. Mi son reso conto che era in corso il saccheggio, ho posizionato le porticine all'ingresso sul lato invernale per limitare il passaggio al minimo ed ho messo l’affumicatore acceso sotto l’arnia… Dopo un’ora si sono calmate. Risultato: al mattino seguente una famiglia persa e una salvata. Morale della favola: il lavoro va iniziato al mattino presto e a metà mattinata, ai primi sentori di ronzii alti, sospendere e portare le porticine al minimo prima di lasciare l’apiario, anche perché lo richiede il trattamento. Altre due parole volevo spenderle sul saccheggio latente, difficile a vedersi una volta in corso ma facile a verificarsi nella visita successiva, questo sempre per esperienza dalle stagioni passate, in un periodo più avanzato dell’attuale. In concreto è successo e succede quando restringiamo la famiglia e lasciamo il miele oltre il diaframma affinché possano giustamente alimentarsi e pulire gli eventuali telai. Poiché la porticina è aperta per tutta la sua lunghezza rimane dello spazio oltre il diaframma, in una zona non presidiata dalla famiglia, che rappresenta quindi un invito a nozze per le altre girovaghe affamate del miele altrui. Auguri di buon lavoro.

Commenti

  1. Buon giorno Dario . Sono Blancuzzi Franco un collega apicoltore di Buja , volevo metterti a conoscenza di una nuova entrata che protegge gli alveari dai saccheggi prevenendo il saccheggio nei momenti critici. Se visiti il sito www.leapidifranco.it puoi vedere anche un piccolo filmato.
    Saluti.

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    1. Grazie,e scusami del ritardo per la risposta,si ho sentito tempo fa' e proprio a Raschiacco in occasione di una lezione per i nuovi corsisti la presentazione di questo articolo.

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